IN OMAGGIO A NATALINO Quando si parla o si ricorda una persona che non è più tra noi si elogiano sempre le sue doti, qualunque sia stato il suo trascorso sulla terra cancellando ogni sua pecca, piccola o grande che sia stata.Ciò avviene normalmente per un ovvio senso di rispetto per chi non c'è più e perché il suo ricordo non sia inutilmente macchiato da eventuali mancanze che por ogni essere umano può aver probabilmente avuto nel suo iter terreno.Quello che si vuole invece ricordare dell'Ammiraglio Natale Proto (per i familiari e per gli amici più intimi "NATALINO"), con queste poche righe che vanno a seguire, non vuole e non può essere un abituale epitaffio, ma una spontanea manifestazione di grande stima, così assoluta e totale che,ove mai ci si dovesse chiedere di individuare qualche pur piccolo neo da cancellare, non ve ne sarebbe assolutamente traccia nel suo comportamento, con i familiari, con i suoi equipaggi militari, con i volontari donatori di sangue, con i soci dello Yacht Club Isola d'Ischia, con amici e parenti e con quanti hanno avuto il privilegio di conoscerio sarà perennemente un esempio da seguire.Sembra impossibile la sua scomparsa, in quanto la sua personalità era così forte che egli rimane e rimarrà presente tra noi, con il suo portamento austero ed elegante, un pochino forse fuori dai tempi, ma proprio per questo forte calamita di simpatia ed affetto.Un uomo senz'altro fuori dal comune, un uomo di grande cultura, un uomo di grande saggezza, un uomo di grande educazione, un uomo di grande signorilità, un uomo di grande spirito, talvolta non scevro da sottile humor,un uomo di grande rispetto per la sua stessa persona, un uomo rigido verso di sè per primo e verso la sua adorata famiglia, fiero di sua moglie e dei suoi figli, ai quali ha saputo "impartire" il suo carattere gentile quanto irremovibile, pregno di equilibrio ed invocatore di giustizia, un vero gentiluomo dunque di rara saggezza.Gli anni della sua gioventù in Accademia hanno coniato indelebilmente il suo carattere, di stile militare nel sociale, quanto mai umano nel privato integerrimo quanto sensibile, duro quanto buono, facendone una persona in grado di guadagnare con massima intensità la stima del prossimo.Basti ricordare, solo come un piccolo esempio, un episodio di pochi giorni prima della dipartita, quando, nell' ambito di una riunione del Consiglio Direttivo del suo Sodalizio nautico, del quale egli era presidente onorario e già primo presidente fondatore, egli fece un intervento di profonda filosofia di vita che accolse i massimi consensi degli astanti, così come del resto è sempre avvenuto in ogni riunione pubblica o di salotto.La sua parola pacata, erudita e nel contempo spiritosa sapeva penetrare a fondo in chi l'ascoltava e lasciava un segno incancellabile di stima e simpatia.Egli, in quella occasione esortava i Consiglieri ed il presidente in carica,non solo a dare sempre di più di se stessi, ma soprattutto a saper apprezzare, di loro stessi, quanto fosse ogni qualvolta stato dato.A tal proposito egli citava alcuni passi delle abitudini esistenti sulle navidella Marina Militare Italiana dove principe era un'atmosfera carica di riconoscenza a chi collaborava con nobiltà d'animo.Egli era infatti sempre su una nave, sia quando era in famiglia, sia quando era nel suo Club, sia quando, oggi da ammiraglio a riposo della Marina, lo portava a vivere, da ammiraglio attivo, sulla sua bella barca a vela Istria, un vero "purosangue" da regata.Non vi era suo apprezzato discorso nel quale egli non esortasse i giovani ad un felice rapporto con la vela e quindi con il vento, stupenda forza della natura, magnifico propulsore silenzioso e gratuito, in grado di strabiliare chi avesse saputo sfruttarlo.Ai giovani allievi di vela dello YCII, che egli era solito etichettare come"popolo del mare", più volte amava ricordare la grande potenzialità della tecnica moderna, asserendo in maniera divertente che: "se un marinaio dei tempi addietro, avesse avuto modo di osservare una moderna imbarcazione navigare in direzione opposta al vento come quella di una bolina stretta,avrebbe gridato al miracolo".Anche nello sport il suo carattere generoso era emergente. Il piacere puro di regatare era ad esempio tale da fargli lasciare acqua al suo diretto contendente, quando, al cancello di partenza, vi fosse stata una situazione di incerta precedenza.Il dolore dunque della sua scomparsa è incolmabile. Un conforto può venire dall' averlo sentito dire qualche giorno prima, come fosse presagio della sua imminente fine, che allorquando egli sarebbe stato chiamato a compiti "superiori", sarebbe partito sereno, in quanto pago di essere stato coerente durante tutto l'arco della sua vita.Anche questo deve a tutti noi essere un importante insegnamento di vita che ci consentirà di ricordarlo con grande profondo sincero affetto. I soci dello Yacht Club Isola d'Ischia'
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